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Concerto del poet rock dei Castelli Romani
" Stefano Pavan e la sua band fanno esplodere il Geronimo's Live Pub"
di Jean Mercier

Una folla immensa ha assistito venerdì 10 marzo al concerto evento dei castelli romani nel locale che rappresenta la patria della musica americana il Geronimo's Live Pub.
Stefano Pavan e la sua band hanno regalato ad u pubblico in delirio uno spettacolo di musica e poesia senza precedenti.
Dopo un'apertura spettacolare con l'ultimo dei Mohicani la telecaster di Ste' inizia a far tremare le mura del locale notturno Dannati da strada, la band lo segue senza mezzi termini dando inizio così ad una cartellata dei brani contenti nel cd uscito da poco più di sei mesi intitolato Cambierà il tempo. Dopo una 4 perdente strappaossa che racconta le apprensioni esistenziali di ragazzi disadattati, cresciutinei quartieri spenti di una periferia urbana e industriale. Stefano imbraccia la chitarra acustica e senza diminuire il tiro lancia tutta la banda in A Bruciapelo un pezzo nuovo che farà parte del prossimo cd che è tuttora in lavorazione. Ormai è fatta, il pubblico è stato agganciato mi guardo intorno e scorgo gente che batte il tempo e canta le canzoni senza nemmeno sapere i testi è incredibile!
Prima dell'inizio del concerto avevo parlato con i proprietari del locale che inizialmente mi aveva manifestato tutta la loro perplessità per la musica rock cantata in italiano: adesso cantavano e si muovevano a tempo anche loro inneggiando tutta la banda.
Un amico durante il concerto mi presenta il produttore di quell'evento:Carlo Delicati, riesco a convincerlo a farmi rilasciare un'intervista da Stefano a fine concerto.
Un'introduzione di batteria seguita da un basso puntato fa partire l' 86 di Luca impedendo a chiunque di rilassarsi. La gente balla sui tavoli e delle ragazze, decisamente poco vestite ammiccano un streap gridando il nome del cantate, ma tutto questo non basta, i pazzi sul palco continuano con No tu non sai seguita da una Weer Home Alabama da manuale, God part II degli U2 lancia un blues viscerale per attaccarsi a Cuore Ribelle, dove la fisarmonica di el Pablo regala un'istantanea di tutta una vita on the road. rimango praticamente elettrizzato, avevo solo avuto modo di apprezzare il cd ma il concerto è qualcosa di enormemente più grande ed energetico. la banda è un motore poratante regolato a tal punto che ad ogni segno del capo risponde con una potenza devastante. Mi chiedo come si apossibile che il rocker poetico come questo non rietri nelle attenzioni degli ignoranti produttori di San Remo.
Inevitabilmente ogni grande scrittore di musica rock e folk si è confrontato con Bob Dylan, Bruce Springsteen e qui in Italia con autori magici come De Gregori, Litfiba e Ligabue ma oggi dopo aver assistito, forzati come non mai, alle serate soporifere programmate di tranquillità commerciale marcate San Remo comincio veramente ad avere difficoltà sul futuro della musica rock in Italia. Trovare un concerto certo come questo però mi riaccende le voglie. Un semisconosciuto con un cd spettacolare che ha il coraggio di salire sul palco e cantare le sue emozioni senza minimamente rendersi banale, accompagnato da un aband che intende il professionismo come una conseguenza di amicizia e non un lavoro da turnisti mi da' ancora qualche speranza. Sono sicuro che i produttori seri non si lasceranno scappare un talento come questo; personalmente questo concerto mi ha entusiasmato ma la verità è che tutti i presenti si sono portati a casa una buona dose di energia naturale come quella delle grandi band di una volta, senza interazioni o finti karaoke plastificati; abbiamo sentito suonare, suonare, suonare ed oggi no è poco.
Mi occupo della rubrica di musica rock per la rivista francese Rock&Cult e vivendo a Parigi, di Stefano Pavan avevo solo sentito parlare tramite le note e qualche recensione oltralpe, grazie alla collaborazione della sua etichetta con Virgin Records, appena sceso all'aereoporto dei Ciampino un amico mi ha portato quasi casualmente al concerto e devo dire che non ero proprio sicuro di volermi sorbire uno spettacolo forzato tra lustrini e conver minuziosamente ricostruite; quello che ho visto e soprattutto sentito non aveva delle cover band di questo o quel gruppo famoso. Venerdì 10 marzo ho ascoltato un concerto fatto di musica, energia e poesia, tutto questo in un nome semisconosciuto: Stefano Pavan, semisconosciuto mi auguro ancora per poco, in bocca al lupo Ste!.